Il trattamento del neonato dopo il parto cesareo

Non è sempre vero che il parto cesareo è meno traumatico per il bambino!

Se è vero che “soffre meno” perché non viene compresso e spinto dalle contrazioni del travaglio è altrettanto vero che per natura e fisiologia “dovremmo” passare proprio di lì.

Quando non è possibile partorire fisiologicamente ed il bimbo viene estratto dalla pancia della mamma, viene a mancare proprio quella compressione sul cranio, necessaria a far partire il ritmo cranio-sacrale e sulla gabbia toracica input per la respirazione polmonare.

Conseguenze?

Ciò comporta una maggiore lentezza nell’adattamento del bimbo alla vita extrauterina con conseguente ritard

o nella maturazione del sistema di scarico delle secrezioni a  livello dell’orecchio e del naso. Sono bambini predisposti a soffrire di otiti, sinusiti e riniti negli anni successivi.

Potranno inoltre essere più delicati dal punto di vista bronchiale per una limitazione dell’espansione toracica.

Cosa si può fare?

L’osteopata con tecniche delicate di cranio-sacrale normalizza ed equilibra le pressioni intracraniche, togliendo tensione ed evitando disfunzioni future.

Un lavoro di rilascio della zona del collo e delle spalle (stretto toracico superiore) permetterà una migliore funzione respiratoria e di drenaggio cranico.

Quando?

I bimbi nati con parto cesareo dovrebbero essere trattati dal l’osteopata entro il primo mese di vita.

Tutti i neonati avrebbero bisogno di essere “resettati” dopo la nascita, ma quelli nati con taglio cesareo “di più degli altri!”

Non dimentichiamo che all’estero ad esempio in Francia l’osteopata è presente in sala parto, anche a Torino all’ospedale Sant’Anna hanno introdotto l’osteopata, al momento per il trattamento della plagiocefalia dopo parto naturale, ma è un bel passo avanti.